Il Castello Alarcon Mendoza della Valle
Nel XVI secolo, il feudo di San Lorenzo del Vallo si trovava sotto la giurisdizione della famiglia Caracciolo o Caraffa della Stadera. Nel 1532 in seguito alla ribellione all’autorità imperiale, i Caracciolo si videro confiscati tutti i beni e l’imperatore Carlo V diede l’investitura a don Ferrante Alarcon della Valle Siciliana. La figlia di don Ferrante, Isabella, sposò don Pietro Gonzales de Mendoza dando origine al casato Alarcon della Valle Mendoza. Da questo matrimonio nacque il primo figlio, don Ferrante Alarcon della Valle Mendoza, che morì prematuramente e successivamente nacque don Pietro Antonio Alarcon della Valle Mendoza.
I lavori per la costruzione del castello iniziarono, così si presume, con Pietro Antonio Alarcon, ma furono portati a termine dal suo successore don Andrea Alarcon, che troviamo come feudatario di San Lorenzo nel 1620, con l’incarico di preside del mandamento. Il Castello non fu concepito come una costruzione da adibire a fortificazione, ma come il palazzo residenziale del feudatario, come testimoniato anche dagli studi effettuati nel corso dei vari restauri che si sono succeduti e che hanno fatto venire alla luce una divisione degli ambienti riconducibile ad una residenza di tipo privato. Il castello sorge sul punto più alto dell’abitato, dal quale il proprietario poteva ammirare i suoi domini, che si estendevano dalla pianura sottostante fino all’altopiano di Fedula e Jentilino. La sua struttura, elegante ma nello stesso tempo imponente, presenta una pianta quadrata con agli angoli quattro torri sopravanzate di forma romboidale, sulla cui sommità si trova una copertura a terrazzo coronata da una merlatura ghibellina detta “coda di rondine”. Con cinque piani iniziali, la struttura risultava fortificata con pietre, mattoni e blocchi tufacei. Una caratteristica edilizia tipica del Seicento Calabrese, riscontrabile anche nel castello, è la presenza di solai “voltati” che prevedevano una specifica tecnica costruttiva e l’utilizzo di materiale in terracotta, i cosidetti “carusielli”, pratica che veniva utilizzata per alleggerire la volta e per ridurre le sollecitazioni sui muri portanti.
Il castello fu abitato dagli Alarcon fino al 1735 e rimase di loro proprietà fino al 1837, anno in cui la famiglia di Luigi Longo, una famiglia di imprenditori puri, non appartenenti a casati di proprietari latifondisti, provenienti da Casole Bruzio, acquistò dagli eredi della Marchesa Lucrezia Della Valle tutti i possedimenti e l’universum jus del feudo.
Il castello venne danneggiato dal terremoto del 1832, e alla metà dell’Ottocento si trovava già in uno stato di degrado tale che nel 1870 si lavorò su un progetto di recupero dell’intera struttura. Giulio Luciano Longo chiamò per redigere il progetto, l’architetto napoletano Andrea Giordano. Il Giordano lavorò sul progetto e fece una prima stesura planimetrica riferita al consolidamento e ristrutturazione dello stabile. Ma per diversi motivi, sia lo studio, sia la realizzazione dello stesso non andò avanti. Soltanto nel 1930 Luigi Joseph Longo lo fece ristrutturare e restaurare; tuttavia, i rifacimenti di questo restauro cambiarono in parte la funzionalità della struttura. Dopo la Seconda guerra mondiale la struttura fu abbandonata e affidata all’incuria del tempo. La baronessa Virginia Longo, ultima proprietaria, alla fine degli anni Sessanta, cedeva sotto forma di dono il Castello con la zona circostante all’U.N.L.A. (Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo).
Il castello, per le peculiarità architettoniche, storiche e nobiliari, per la sua antichità e per le vicende ad esso correlate, è stato dichiarato “bene di interesse storico-artistico” con Decreto Ministeriale dei Beni Culturali e Ambientali n. 12778 del 6 giugno1978 ai sensi della legge 1089 del 1-6-1939. Il decreto, notificato come urgentissimo, porta la firma del sottosegretario di stato Spitella; va sottolineato che il Ministro, in quel tempo, era il cosentino Dario Antoniozzi e il Capo della sua Segreteria particolare era il sallorenzano Antonio Loricchio.
Il Comune di San Lorenzo del Vallo, con decreto n. 8 del 21 luglio 1995, si pronunciava per l’espropriazione del Castello e per l’occupazione definitiva dell’immobile.
Dopo alcuni lavori di restauro, alquanto deludenti, effettuati nei decenni successivi, è in fase di conclusione il completo recupero dell’antico edificio, atteso che il medesimo potrebbe costituire essenziale punto di riferimento per le generazioni a venire e preziosa occasione di rinascita socio-culturale per l’intero territorio, nonché investimento utile alla ripresa delle precarie attività economiche della zona tramite il turismo archeologico.
Fonti: Micol Bruni e Pierfranco Bruni: San Lorenzo del Vallo dalle origini al castello (Pellegrini editore). Cosimo Scorza: Spigolature storiche su San Lorenzo del Vallo.